“Il tappeto rosso” Rolling Stone – Gennaio 2007

Rolling Stone Gennaio 2007

Lavanya Sankaran

IL TAPPETO ROSSO

Marcos y Marcos

Priyamavda vive negli Stai Uniti, i suoi genitori sono ricchi e integrati. Se non fosse per il colore della loro pelle, giureresti che sono americani. Priyamavda cerca le sue radici a Bangalore. Le trova in un dodicenne che accetta di diventare Bramino in cambio di un lettore cd. Ramu dopo una giovinezza all’insegna della promiscuità, si affida alla madre per cercare una buona moglie vergine. Il D’Costa sbircia i suoi vicini, una giovane coppia di professionisti. Lavorano entrambi nel campo dell’informatica. Loro sono moderni. Come moderna è la signora Chouhary: Raju è il suo autista e non tollera che la sera si faccia accompagnare al bar a bere con le sue amiche. Otto racconti indiani. Tre generazioni.

Valeria Brignani

“Bungee Jumping” Rolling Stone – Novembre 2006

Rolling Stone Novembre 2006

Gero Girglio

Bungee Jumping

Marsilio

Ci sono amori adolescenziali teneri e struggenti che ti si appiccicano addosso. Quante lacrime versate per Donnie Darko e la sua Gretchen. Quanta poesia nei due giovani amanti di American Beauty. La mani che si sfiorano e due infelici sempre fuori luogo s’incontrano per sentirsi a casa. Perché l’adolescenza è quel periodo stronzo, in cui ci si sente come “nell’attimo dell’esplosione di un kamikaze”. Sole vive giorni incolore in una città senza nome, fatta di “tane di animali della stessa specie”, popolata da persone senza originalità. Tutti uguali. Tranne uno. Tommy. Tommaso ne ha di merda da mandar giù. Tanta rabbia da riversare nelle sue rime. Rap-catarsi un po’ ridicola. Come si fa a vivere “con il nero che ti cresce dentro”? Tommy e Sole, con le caviglie bloccate a un elastico, si buttano giù, che è un po’ come morire. Si forano la pelle “perché bucarsi fa dormire il peccato”. Diventano traceur. Lo scopo del parkour è percorrere 5km in linea retta. Non importa cosa troverai davanti. Ogni ostacolo deve essere superato. Chi arriva primo vince, il secondo non esiste.

Valeria Brignani

“Indecision” Rolling Stone – Settembre 2006

Rolling Stone Settembre 2006

Benjamin Kunkel

INDECISION

Rizzoli

Dicono che la malattia del secolo sia l’insicurezza, che può portare all’abulia. Se ci metti ore a scegliere cosa ordinare al ristorante, se al supermercato ti paralizzi di fronte ai mille tipi di carta igienica, se usi una moneta per prendere decisioni importanti… Ecco. E’ probabile che tu soffra di abulia. Come Dwight, che ha 28 anni e una laurea in filosofia, che vive strascicando i piedi, sbadigliando e grattandosi i genitali. Scarabocchia su un blocchetto tutto ciò che vuol fare (e non fa). Le cose del mondo scivolano sul suo corpo peloso. Non-vive. Fino a quando in Ecuador, nella giungla, non decide di cogliere il frutto e abbandonare l’Eden. Quale frutto? Quello della consapevolezza del sé. Frutto amaro. Non ci sono scuse. Bisogna scegliere prima di tutto la vita.

Valeria Brignani

“Palazzo Yacoubian” Rolling Stone – Giugno 2006

 

Rolling Stone Giugno 2006

‘Ala Al-Aswani

PALAZZO YACOUBIAN

Feltrinelli

Palazzo Yacoubian è stato costruito negli anni Trenta da un architetto italiano. Si trova al Cairo, ma “Yacoubian” è scritto in eleganti caratteri occidentali. Dove venivano parcheggiate Buick e Rolls-Royce, oggi si allevano polli e conigli. Zaki al-Dusuqi è un vecchio sporcaccione che racconte barzellette sconce, ma un tempo era capace di far impazzire una donna con il tocco delle dita. Taha è figlio del portinaio, è devoto ad Allah, bravo a scuola e vuole fare lo sbirro, ma siamo in Egitto durante la prima guerra del golfo, i politici recitano la fatihà dopo aver accettato una tangente, e nelle università il gruppo degli studenti islamici chiama a sé i poveri e gli arrabbiati. Nel nome di allah si condanna l’amore tra Hatim, giornalista omosessuale, e Abdu, giovane soldato del sud. La Vergine Maria veglia sui loschi traffici di Malak, finto-sarto convertito al cristianesimo. ‘Ala Al Aswani entra in punta di piedi nelle stanze del palazzo. Origlia. Sbircia. Racconta con ironia una storia di decadenza, di debolezze e di cattiveria. Cinico, parla di quel dio che si manifesta “come la gente lo vede, cattivo con i cattivi e buono coni buoni”. Di chi crede in lui. Di chi lo teme. Di chi lo ignora. Di chi lo offende. Ma per fortuna c’è anche posto per l’amore. Inch’Allah…

Valeria Brignani

“Spaperopoli” Rolling Stone – Giugno 2006

G.B. Schieppati

SPAPEROPOLI

Casini

 Di libri sulle droghe e su chi ne fa uso ne sono stati scritti tanti. Questo è diverso. Per capirlo, bisognerebbe prendere una scatola di cartone e rannicchiarcisi dentro. Immaginare che isa il bagno di una stazione. Una voce metallica annuncia l’arrivo e la partenza dei treni. Eppure stai lì. Nella scatola-bagno e non vuoi uscire. Sei al calduccio, nel sudiciume. Pilloline magiche dipingono la realtà come la stanza di un bambino. O come la città del fumetto che leggevi da bambino. Quella del titolo. Senza S. Ecco. Questa è la storia di Spaperino e della sua dipendenza da Spap.

Valeria Brignani

“Occhi di tempesta” Rolling Stone – Febbraio 2006

Rolling Stone Febbraio 2006

Joyce Carol Oates

OCCHI DI TEMPESTA

Mondadori

Ci sono vite vissute in vetrina. Un contegno da mantenere. Non aspettano altro, vogliono vederti crollare. Di questo è convinto Reid Piersons, ex atleta e cronista sportivo, bello e simpatico. In casa ha una foto in cui stringe la mano a Bill Clinton. Mille trofei, una bella moglie, tre figli, amici ricchi e influenti. Ma quando i riflettori vengono spenti, che cose è disposto a fare per preservare l’apparenza? Oates scrive un thriller per raccontare il potere di un uomo sulla sua famiglia. Lo fa attraverso Francesca, la primogenita, e Occhi di Tempesta, la vocina interiore che le sbatte in faccia la realtà. Quel continuo brusìo che demolisce sogni e illusioni. La verità, tutta la verità, nient’altro che la verità. L’ultima volta che Francesca parla con suo padre si accorge che porta una parrucca. E’ calvo. Non lo aveva mai notato.

Valeria Brignani

“Guida pratica per adolescenti introverse” Rolling Stone – Gennaio 2006

 

Rolling Stone Gennaio 2006

Margherita F.

GUIDA PRATICA PER ADOLESCENTI INTROVERSI

Einaudi

Questa guida è nata “per salvare i miei coetanei più problematici dal suicidio”. Margherita li guarda e spiega perché i genitori, “creature malefiche e depravate”, non dovrebbero allarmarsi se la figlia piange ascoltando Where did You Sleep Last Night? Dei Nirvana. Di quandto per un’adolescente introversa sia vitale creare compilation su cassettine da 90 minuti.

Di quanto si può detestare Winnie the pooh e gli incisivi di Avril Lavigne. Di quanto si può instaurare un rapporto morboso col proprio apparecchio dei denti (o per gli occhiali, o qualsiasi altro affare ci ricordi i nostri difetti). Libricino qusi sempre divertente, a tratti illuminante, a volte freddo e saccente come Daria, l’eroina occhialuta ed anfibiodotata di Mtv.

 Valeria Brignani

“Mitologia di famiglia” Rolling Stone – Novembre 2005

 

 

Rolling Stone Novembre 2005

Cristina Guarducci

MITOLOGIA DI FAMIGLIA

Fazi

 Se fosse un film, dietro la macchina da presa ci sarebbe Tim Burton. Se fosse una canzone, sarebbe Lullaby dei Cure. Perché è onirico, visionario e gotico. Ma non è dark perché non è freddo e sozzo di ragnatele e assenzio. Il romanzo è divertente. Assurdo e divertente come certe fiabe di Gianni Rodari. E crudele. Ci sono bambini legati a culle invase dagli insetti. Ci sono aborti e incesti. C’è la magia nera. Streghe e licantropi. Cadaveri in cerca di corpi giovani e sani da abitare. Guarducci ha creato una geografia degna di certi fantasiosi anime o di Enki Bilal (Immortal). La Villa Paludosa infestata da creature malefiche. Le Isole Difronte coi suoi abitanti selvaggi (verranno tutti sterminati da un raffreddore). Le Spiagge Piatte. Lo Stanzino Delle Scope. La temutissima Camera Del Pescecane. Tutti con la maiuscola. Tutti luoghi dell’infanzia della protagonista e della sua numerosa famiglia divenuti mitologia… Di come con l’ironia si può sconfiggere l’orrore.

Valeria Brignani

“Il dio della scopata” Rolling Stone – Ottobre 2005

 

 

 

Rolling Stone Ottobre 2005

Ben Meyers

IL DIO DELLA SCOPATA

Baldini e Castoldi

 

Prendete Holden Caulfield e trasferito in una Londra fatta di luoghi squallidi e post sbronza perenni. Myers ambienta il libro in grigi ambulatori medici, nella calca nervosa della metropolitana, vicoli che puzzano di piscio, call center orwelliani. “Cristo, datemi una pistola!”, digrigna tra i denti il protagonista. Ma lui. L’io narrante, è uno che dice di avere “un’erezione nei confronti della vita”. E’ uno che riesce a descriverti una matita e farti credere che Dio stesso (o chi per lui) l’abbia sognata e creata per te. Una cura metafisica per i dettagli. Macchie di sudore, di drink rovesciati, di umidità e di sperma. Un supermercato diventa la Casa della Fila degli Angeli. E per il sorriso di un angelo-cassiera vale la pena di dare un senso a tutta l’esistenza. Come è giusto e santo struggersi contemplando la scia di una lumaca sull’asfalto. E poi c’è la ricerca di qualcosa: il dio della scopata, rock star trasgressiva e quasi profetica (i riferimenti a Marilyn Manson sono tanti e scientifici) che si è ritirata a vita solitaria dopo un attentato. Spinto dall’esigenza di £££ e ancora £££, il protagonista dedicherà sette giorni e sette notti alla ricerca dello Scopatore. Humor, heavy metal e un’attitudine panico-satanica fanno da sfondo.

Valeria Brignani