Ho appena visto Seduced il documentario che racconta la storia della setta NXVIM con a capo il sedicente uomo più intelligente del mondo tant’è che è arrivato a marchiare delle donne con le sue inziali e a indottrinare lo sdoganamento di stupro e abusi su minori, addossando la colpa a chi “si sente” vittima. Se tu ti senti abusato è un tuo problema, non mio. Sei tu a non essere abbastanza forte per non viverti tutto questo da vittima. È la tua fragilità a creare l’abuso nella tua mente, non il mio esercizio di violenza, diceva, durante il suo Executive Success Program di auto-aiuto e crescita personale davanti ad un pubblico strapagante e adorante.
Prima riflessione
Che sia con la scusa dello Yoga Illuminante che arriva dall’India (vedi WILD WILD COUNTRY) o dello Yoga Sudaticcio Hollywoodiano (vedi BIKRAM: YOGI, GURU, PREDATOR) o che sia in nome di Cristo (vedi KEEP SWEET: PRAY AND OBEY) e tanti altri casi che non mi vengono in mente ora (vedi anche, in un certo senso, anche SANPA)… che diamine di problemi hanno i sociopatici, megalomani, mitomani con le donne? Sembra che queste persone abbiano costruito un impero di sopraffazione e violenza solo per scopare.
Scherzi a parte… a vedere certe cose è lampante come la sessualità delle donne perseveri ad essere una leva fortissima per ottenere il potere e mantenere il controllo. In queste dinamiche autoritarie e coercitive alle donne viene chiesto di scegliere tra sottomettersi o, sottomettendosi, essere allo stesso tempo le carnefici di altre donne. Anzi… si può dire che l’ingrato compito della violenza, spesso, venga appunto assegnato ad altre donne che lo perpetrano “nel nome del padre” da cui hanno ricevuto un osso. Come un’eco del potere maschile che acquisisce brutalità ogni volta che viene reiterato. Cosa che, ahimé, ho visto in ambienti che credevo sicuri, ma che “safe” non lo sono mai stati all’infuori degli slogan sui volantini.
Vuoi il potere e il controllo assoluto? Inibisci la sessualità femminile e metti le donne una contro l’altra inventandoti, magari, un’atavica attitudine e predisposizione tutta femminile all’invidia e alla competizione che, se non sbaglio, in realtà rappresenta un’esclusiva e un’eccezione nel regno animale in cui di solito sono i maschi a dover competere con piume colorate, balletti e ferocia.
Seconda riflessione
Sono ossessionata dalle sette perché so benissimo di avere la resistenza mentale di un lombrico e l’autodisciplina di una limaccia. Riesco ad essere dipendente anche dei giochini scemi sullo smartphone… So che, se dovessi avvicinarmi a qualcosa del genere, ci finirei dentro con tutte le zampe. E allora guardo – in modo ossessivo – tutto quello che ha a che fare con le sette e con le dinamiche che ti fottono il cervello, come per capire i trucchi e farmi gli anticorpi e, finalmente dopo anni e anni, ho capito che no, non mi potrà mai succedere perché… SONO POVERA.