Fare il seitan a mano: c’erano una drag queen, un metallaro, uno zombie e un italiano…
Questo post potrebbe iniziare come quelle vecchie barzellette dal respiro europeo con il francese, l’inglese, il tedesco e l’italiano, in cui quest’ultimo se la cava sempre e si distingue in quanto a furbizia, creatività e tendenza a rubacchiare e/o mentire.
Perché fondamentalmente siamo un popolo con la capacità a prendersi poco sul serio e abbiamo un profondo senso dell’autoironia e dello sfottò bilaterale. Non abbiamo il senso di grandeur francese, non siamo lord come gli inglesi e non siamo fieri e orgogliosi come i nazionalisti USA-centrici d’oltreoceano.
Basta però che non si tocchi il cibo…
Ecco allora che per l’autenticità del Parmigiano Reggiano, siamo pronti a fare una guerra al Giappone che si è macchiato della colpa riprovevole di fabbricare e vendere il discutibilissimo PARMESAN 100%, con tanto di bandiera tricolore sulla confezione. O notare, per esempio, l’esplicita e oscena pomposità barzotta con cui, persino gli astemi, si sollazzano leggendo i dati in cui si certifica il superamento della Francia, in fatto di quantità di vino prodotto ed esportato.
Che crolli pure Pompei, ma giù le mani dai prodotti della nostra tradizione e non solo, come vedremo. Cominciamo dunque questo post come era mia intenzione fare, e cioè con l’incipit che ricorda quelle vecchie barzellette che suonano più o meno così…