Rolling Stone Ottobre 2005
Ben Meyers
IL DIO DELLA SCOPATA
Baldini e Castoldi
Prendete Holden Caulfield e trasferito in una Londra fatta di luoghi squallidi e post sbronza perenni. Myers ambienta il libro in grigi ambulatori medici, nella calca nervosa della metropolitana, vicoli che puzzano di piscio, call center orwelliani. “Cristo, datemi una pistola!”, digrigna tra i denti il protagonista. Ma lui. L’io narrante, è uno che dice di avere “un’erezione nei confronti della vita”. E’ uno che riesce a descriverti una matita e farti credere che Dio stesso (o chi per lui) l’abbia sognata e creata per te. Una cura metafisica per i dettagli. Macchie di sudore, di drink rovesciati, di umidità e di sperma. Un supermercato diventa la Casa della Fila degli Angeli. E per il sorriso di un angelo-cassiera vale la pena di dare un senso a tutta l’esistenza. Come è giusto e santo struggersi contemplando la scia di una lumaca sull’asfalto. E poi c’è la ricerca di qualcosa: il dio della scopata, rock star trasgressiva e quasi profetica (i riferimenti a Marilyn Manson sono tanti e scientifici) che si è ritirata a vita solitaria dopo un attentato. Spinto dall’esigenza di £££ e ancora £££, il protagonista dedicherà sette giorni e sette notti alla ricerca dello Scopatore. Humor, heavy metal e un’attitudine panico-satanica fanno da sfondo.
Valeria Brignani